La pandemia pone sfide e opportunità per le persone affette da schizofrenia
La pandemia di COVID-19 rischia di esacerbare i sintomi in persone inclini a sperimentare la realtà in modi insoliti, e minaccia i modelli familiari di cura. Tuttavia, la promozione della telemedicina potrebbe alla fine favorire le capacità del medico di aiutare le persone con un primo episodio psicotico.
Un improvviso cambio negli usuali parametri di realtà; strani eventi come la scomparsa di persone dalle strade durante la notte; e nei media tutti che parlano della stessa cosa come se fossero parte di una gigantesca cospirazione– queste caratteristiche fanno ora parte della vita quotidiana per tutti noi. Ma per alcune persone, che sono affette da schizofrenia, sembrano ricordi radicalmente dolorosi di una ricaduta.1
Le persone affette da schizofrenia sono suscettibili ad eccezionali stress psicologici come quelli associati a COVID-19 ma sono anche più vulnerabili agli effetti del virus in sè dato che stigma e marginalizzazione significano che loro sono probabilmente meno esposti di altri a ricevere un trattamento se gravemente malati.1 La stessa cosa vale per le cure di follow-up.
Alti tassi di fumo, cattiva alimentazione, comorbidità, alloggio inadeguato o assente, relazioni sociali limitate e mancanza di assicurazione sanitaria – tutti questi fattori fanno parte del problema.2
Le catastrofi colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni povere e vulnerabili ed i pazienti affetti da malattia mentale grave potrebbero essere tra i più colpiti2
Strumenti di mitigazione
Per assicurare che le persone affette da problemi gravi di salute mentale non siano svantaggiate, sono state suggerite alcune misure, che includono:2
- assicurare un’adeguata comunicazione tra coloro che operano nella salute mentale ed in altri servizi di salute
- formare gli operatori sanitari della salute mentale - che saranno frequentemente il primo o unico punto di contatto degli utenti con i servizi medici – in merito alla conoscenza di segni e sintomi dell’infezione da COVID-19 e fornire gli strumenti personali protettivi sufficienti a gestire le persone infette o ad alto rischio
- informare sulle misure preventive come il distanziamento sociale ed il lavaggio delle mani, facili da comunicare ai pazienti; e sul mantenimento di una dieta sana ed adeguati livelli di esercizio
- pianificare modalità di mantenimento dei servizi principali di fronte a riduzioni del personale e farmaci
Per le persone in cura per una condizione cronica legata alla salute mentale, c’è anche il rischio che una riluttanza nel mantenere un appuntamento in ospedale o nell’andare in farmacia possa risultare in un’interruzione del trattamento farmacologico, cruciale per la prevenzione delle ricadute e del mantenimento di un buon funzionamento a lungo termine.3,4 Quindi, è necessario che vengano intraprese azioni per assicurare un continuo accesso ai farmaci da parte dei pazienti.
A causa di stigma, marginalizzazione ed interruzione del trattamento farmacologico, le persone affette da schizofrenia sono particolarmente vulnerabili alla pandemia
Un momento di minaccia ma anche di opportunità
La cura totale delle persone affette da un primo episodio psicotico (FEP) migliora gli outcome ed è costo-efficace 5 [vedere l’articolo https://progress.im/en/content/early-detection-and-intervention-psychosis-%E2%80%93-where-are-we-now ]. Ma la sua implementazione è minacciata dall’attuale crisi dettata da COVID-19.
In questo contesto è stato utile che l’Associazione Americana di Psichiatria (APA) abbia sviluppato uno strumento di telepsichiatria con lo scopo di veicolare elementi cruciali della cura a distanza.6 Questo contempla considerazioni cliniche, requisiti tecnici legati al software, e questioni legali e di rimborso. Esso contiente anche tutte le informazioni importanti per aiutare i pazienti a prepararsi per un teleconsulto.7
Il suggerimento è quello di selezionare un luogo privato e senza distrazioni, controllare la tecnologia e le procedure di log-in in anticipo, insieme a note e domande.
In qualsiasi consulto di telemedicina aiutare il paziente a prepararsi è fondamentale
E’ anche utile che oggi le varie aziende operanti nel settore del digital health forniscano strumenti gratuiti per consentire ai pazienti un veloce accesso agli operatori sanitari che utilizzano smartphone o tablet.
Un nuovo studio mostra l’accettabilità della telemedicina
Quest’anno è stato pubblicato uno studio molto rilevante che ha valutato come gli utenti di un programma dedicato a FEP reagiscono all’offerta di un servizio di telepsichiatria come alternativa alle visite ospedaliere.8 Gli autori evidenziano come questo sia il primo studio in tale campo.
Il primo importante risultato è stato che il teleconsulto risolverebbe i problemi per molti utenti dei servizi dato che il 78% degli intervistati ha riportato di aver incontrato ostacoli (inclusa ansia, disponibilità e costo dei trasporti) negli appuntamenti face to face.
In secondo luogo, il 49% degli intervistati era favorevole all’idea di ricevere servizi tramite videoconferenze ed un ulteriore 25% era piuttosto favorevole. Il 55% ha detto che sarebbe interessato nel pianificare il prossimo appuntamento in questa modalità. E l’84% aveva accesso a smartphone.
La resilienza dei pazienti vulnerabili è messa a dura prova come mai prima d’ora – e loro hanno bisogno dell’assistenza sanitaria più che mai. 9
Altri dati suggeriscono, inoltre, che l'offerta di teleconsulto è ben accolta dai pazienti che accedono ai servizi di salute mentale.9 Per coloro che ancora si recano in ospedale per gli appuntamenti, inviare messaggi ai pazienti per avvisarli della disponibilità del medico, mentre loro attendono in macchina, è una buona alternativa alle sale d’attesa affollate.
Utile è stata anche l’introduzione dell’orario lavorativo flessibile per il personale poiché le necessità pratiche ed emotive dei professionisti devono essere soddisfatte in un momento in cui i nostri pazienti – la cui resilienza è stata messa a dura prova come mai prima d’ora - hanno bisogno di noi più che mai.9